L’amministrazione comunale aderisce all’iniziativa promossa dall’ANCI che propone di dedicare le celebrazioni della Giornata internazionale delle donne dell’8 marzo 2023 alla condizione femminile in Afghanistan e Iran, esprimendo ferma condanna, solidarietà e vicinanza alle donne afghane ed iraniane, promuovendo la campagna presso le Autorità nazionali ed internazionali e una ferma presa di posizione contro l’operato dei governi talebano e afghano affinché tutte le violenze in atto abbiano fine.
Il 7 e l’8 marzo IL MONUMENTO AI CADUTI DI PIAZZA GIOVANNI XXIII SARA’ ILLUMINATO DI GIALLO per sensibilizzare ad un tema così importante e dimostrare vicinanza alla causa delle donne afgane e iraniane.
Il 15 agosto 2021 e il 16 settembre 2022 rappresentano due date cruciali che hanno determinato uno stravolgimento del panorama internazionale globale e hanno segnato e continuano a segnare la storia di due Paesi, l’Afghanistan e l’Iran, e con loro la vita e le sorti di intere generazioni di donne, ragazzi e bambini;
il ritiro delle truppe americane da Kabul ed il conseguente ritorno al potere dei talebani ha significato per donne e bambine afghane la perdita di ogni diritto conquistato negli ultimi 20 anni;
il regime segregazionista talebano ha imposto una serie di divieti che di fatto annullano qualsiasi possibilità di vita fuori dalle mura domestiche per le donne e le bambine afghane.
Ecco alcuni divieti:
divieto di studiare in scuole, università o altre istituzioni educative sono state convertite le scuole femminili in seminari religiosi, divieto assoluto di lavorare e di svolgere professioni, solo alcune donne medico e infermiere hanno il permesso di lavorare in alcuni ospedali di Kabul, divieto assoluto di uscire di casa se non accompagnate da un parente stretto: padre, fratello o marito. divieto di trattare con negozianti di sesso maschile,obbligo di indossare il lungo velo che le copre da capo a piedi, frustrate, percosse, invettiva verbale, sono la punizione per quelle donne che non vestono secondo le regole imposte, o che non sono accompagnate, frustate in pubblico per le donne che non hanno le caviglie coperte,
lapidazione pubblica per le donne accusate di avere relazioni al di fuori del matrimonio, anche se vittime di violenza sessuale, divieto di uso di cosmetici, divieto di parlare o di dare la mano a uomini diversi da un mahram (parente stretto: padre, fratello o marito), divieto di ridere ad alta voce, divieto di portare tacchi alti ,divieto di andare in taxi senza essere accompagnata, divieto di apparire in radio, televisione, o in incontri pubblici di qualsiasi tipo, divieto di praticare sport o di entrare in un centro sportivo o in un club, divieto di andare in bicicletta o motocicletta, anche con accompagnatore, divieto di indossare vestiti di colori vivaci, divieto di incontrarsi in occasioni di festa o per scopi ricreativi, divieto di lavare i vestiti vicino a fiumi o in luoghi pubblici, modifica di tutti i nomi di luogo inclusa la parola «donna». Per esempio, i «giardini per donne» sono stati chiamati «giardini di primavera», divieto di apparire sui balconi delle loro case e oscuramento di tutte le finestre in modo che le donne non possano essere viste dall'esterno, divieto per i sarti maschili di prendere misure per le donne o cucire vestiti femminili, divieto di utilizzare pantaloni larghi, anche sotto il burqa, chiusura di tutti i bagni pubblici femminili, divieto per uomini e donne di viaggiare sugli stessi bus. Sui bus si può leggere «per soli uomini» o «per sole donne», ma le donne non possono viaggiare senza accompagnatore, divieto di essere fotografate o filmate, divieto di stampare su giornali e libri foto di donne o di appenderle sulle pareti delle case o nei negozi.
In Iran, dopo la morte di Masha Amini, la 22enne curdo-iraniana, avvenuta il 16 settembre scorso, a seguito della detenzione in un centro della polizia morale in cui era stata rinchiusa per non aver indossato correttamente il velo, si susseguono manifestazioni e proteste e si registrano:oltre 520 manifestanti uccisi negli scontri con la polizia, 19.000 persone arrestate, esecuzioni e impiccagioni di giovani, tra loro Hadis Najafi,20 anni, Nika Shakrami,17 anni, Hannaneh Kia, 23 anni, Mahdi Karami e Seyed Mohammad Hosseini, 22 e 23 anni.