Il Comune di Anzola dell'Emilia, a nome della comunità anzolese, la ricorda con affetto e si unisce al dolore di Giovanni, della famiglia e degli amici di Peppino.L'11 aprile 2002, proprio nel giorno in cui la Corte d'Assise di Palermo condannava il boss Gaetano Badalamenti all'ergastolo quale mandante dell'omicidio di Peppino Impastato, il Consiglio Comunale di Anzola dell'Emilia, all'unanimità, conferiva a Felicia Bartolotta Impastato la Cittadinanza Onoraria, con la seguente motivazione:"Per la sua storia di madre e di donna siciliana che con coraggio e amore per la Libertà si è schierata dalla parte del figlio Peppino che, a prezzo della propria vita, si è ribellato ad una società che non gli piaceva, contro tutto il mondo nel quale si muoveva la sua famiglia.
Per la tenace e costante lotta che ha condotto nel tempo, insieme al figlio Giovanni e ai compagni ed amici di Peppino, per avere Giustizia dallo Stato Italiano, non cercando vendetta.
Perché la sua storia, la storia che la sua famiglia ha vissuto dal 1978 ad oggi, è una grande storia di Resistenza per la quale noi vi dobbiamo un grande ringraziamento: il grazie che ogni cittadino onesto e consapevole deve rendere a chi sacrifica la propria vita per la libertà e il miglioramento del mondo che lo circonda".
La sua storia è raccontata nel bellissimo film di Marco Tullio Giordana, "I cento passi": schiva ma dal carattere deciso, Felicia Bartolotta difese fino all' ultimo le scelte di Peppino contro la prepotenza dei mafiosi e l' indifferenza e l' omerta' della gente di Cinisi, soggiogata da Badalamenti. Era una donna che per anni si e' battuta nel nome del figlio, per ribaltare la ''verita' di comodo'' che voleva Peppino Impastato morto mentre stava compiendo un atto terrorista sistemando una bomba sui binari della linea ferrata. Dopo la morte del figlio Felicia Bartolotta ha ricordato, durante dibattiti, in televisione, in incontri pubblici la figura e l' impegno sociale di Peppino, quel figlio 'ribelle' che andava a trovare nel garage dove abito' per qualche tempo, senza nascondersi dagli occhi di Badalamenti, la cui abitazione distava appena "cento passi" dalla sua. Ma il tempo ha riservato altri dolori alla madre di Peppino. Gli attentati al negozio del figlio Giovanni e per ultimo la sua condanna per diffamazione al legale di Badalamenti.
Giovanni Impastato e' stato infatti condannato a risarcire 2500 euro all' avvocato Paolo Gullo che lo aveva querelato perche' durante una puntata del Maurizio Costanzo show il fratello di Peppino aveva definito, sia pur indirettamente, ''imbecille''. Il Centro di Documentazione intestato al militante di Dp aveva aperto un conto corrente affinche' chiunque potesse dare un contributo per coprire le spese. Alla fine il conto ha fatto registrare un saldo di 42 mila euro. Le offerte sono giunte da tutta Italia: gente comune, operai, casalinghe, anche giovani che avevano sentito il nome di Peppino Impastato per la prima volta al cinema durante la proiezione del film ''Cento passi'' che racconta la storia del giovane di Cinisi.
Per saperne di più si possono consultare i seguenti siti: www.centroimpastato.it e www.peppinoimpastato.com
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