Sabato 11 maggio alle ore 10.30 nella sala mostre della biblioteca si svolgerà l' inaugurazione della mostra "Paesaggio al Neon",
opere di Martina Tommasi.
La mostra comprenderà dipinti in acrilico, opere di incisione grafica e piccole installazioni.
L'artista produrrà anche stampe al momento con il suo torchio.
Ci sarà un rinfresco per tutti i presenti.
La mostra, visitabile fino al 25 maggio negli orari di apertura della Biblioteca, è a cura del Servizio Cultura del Comune.
Martina Tommasi nasce a Perugia, vive a Bologna, e lavora ad Anzola dell'Emilia. Laureata all’Accademia di Belle Arti di Urbino, si è specializzata all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Legata indissolubilmente al filosofo greco Eraclito, fa del suo tratto un segno distintivo nel quale si possono incontrare maestosi paesaggi e suggestioni astratte. Il suo legame con la materia viene espresso a pieno grazie ad un tratto ereditato dalla sua formazione come grafica d’arte, tramite la quale ha imparato a padroneggiare le tecniche incisorie e la legatoria d’arte.
Intervista all'artista:
- Martina, parlarci della tua visione artistica.
- Quando sono davanti a un paesaggio lo osservo, osservo le linee che lo compongono, ad esempio i movimenti delle colline, le caratteristiche che può avere un campo con i vigneti; cerco di estrapolare da quella che è la totalità della visione anche i dettagli che lo lo caratterizzano. Da qui parto per creare landscapes astratti, traduco quello che ho visto in chiave grafica, giocando molto con i colori.
- L'elemento colore è importante per te?
- Sì, molto. Vado a livello emozionale, parto da un colore e cerco di studiarne tutti gli abbinamenti possibili che possano suscitare un'emozione, creare un equilibrio a livello visivo. Tutto quello che c'è nello studio del colore è una cosa molto importante e complessa. Tutto quella che è l' armocromia. Io parto da quello, abbinato a un segno, un segno molto gestuale, molto spontaneo. Quando sono nel mio processo creativo delle volte basta che faccia due segni e per me l'opera è completa, oppure resto lì a riflettere per giorni, aggiungendo man mano altri segni, creando sovrapposizioni. Questo è il mio metodo.
Ho una forte necessità di esprimermi. Dipingo e disegno da sempre. Sono molto fisica con le mie opere, ho bisogno di muovermi, me lo dicevano anche in accademia: il prof. mi diceva: tu devi graffiare la tela, la devi riempire, bucare; è una necessità per sfogare le mie energie più profonde di quel momento, positive o negative che siano -
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