In origine il castello era un insieme di recinti o terrapieni dentro i quali stavano le dimore del Signore, magazzini e depositi di prodotti agricoli, botteghe artigiane e rifugi per il contado nei momenti di pericolo.
Il castello passò nel 946 sotto il dominio dei Vescovi di Bologna.
Numerosi furono i tentativi da parte del Comune di Bologna che cercava di allargare la propria giurisdizione al territorio anzolese, di usurpare il dominio dei Vescovi ed altrettanto numerosi furono gli attacchi subiti dal castello, fino al 1630, quando non rimase che l'attuale torre e l'antico ospedale, costruito nel XII secolo da Martinetto Guastavillani.
Per quanto riguarda il XVII ed il XVIII secolo, sono pochi i documenti che riportano eventi di particolare interesse, segno che ad Anzola la vita scorreva tranquillamente.
La Rivoluzione francese viene a rompere questo stato di cose quando le truppe di Bonaparte passano per Anzola dirette a Bologna, portando nella città le idee di "Liberte", "egalite", "fraternite" e le speranze di un mondo migliore.
E' di questo periodo la creazione del Comune di Anzola, nell'ambito dell'opera di riorganizzazione amministrativa del territorio voluta da Napoleone sulla falsariga del modello francese.
Dal periodo napoleonico in poi, il paese di Anzola vive interamente ed integralmente le vicissitudini politico-istituzionali della vicina città di Bologna e solo occasionalmente vi accadono fatti legati alla particolarità del suo territorio e dei suoi abitanti.
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