Sabato 26 novembre
ore 10.30
Biblioteca comunale
Inaugurazione della mostra fotografica PERSONALMENTE. Ventisette immagini di Stefano Bortolani .
Sarà presente l'Assessore alla Cultura Danilo Zacchiroli.
Seguirà piccolo rinfresco.
La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della Biblioteca fino a sabato 7 gennaio 2017
Stefano Bortolani: un viaggiatore, un fotografo, un narratore
Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare. Daniel Pennac
PASSIONE, VIAGGI, MUSICA. Tre parole chiave con cui possiamo definire la fotografia di Stefano Bortolani.
Bortolani è un fotografo esperto, consapevole dell’aspetto tecnico del mezzo (preferisce una canon 5d digitale per realizzare le immagini), ma il lato formale dell’immagine non gli basta: per lui non può esistere foto che non sia provocata da un’emozione intensa.
Stefano, quando può, fotografa: fotograferebbe in continuazione.
- “Perchè hai scelto il mezzo fotografico e non un altro mezzo per esprimerti?
- “La fotografia è quel tipo d’arte che riflettendo cose reali riesce a raccontare il mondo con immagini reali. Cerco di creare una narrazione; scoprire dietro il paesaggio o la figura umana una storia, o un evento. Voglio raccontare il luogo e le persone che vivono in quel luogo.
Stefano Bortolani non raccoglie immagini di luoghi e persone realizzando un reportage ordinario. L’opera di Bortolani è un diario, un succedersi di visioni. Lui desidera, tramite la macchina fotografica, bloccare la storia, fermare il tempo e poter ri-vedere quando e come vuole, anche dopo anni, l’emozione che è riuscito a cristallizzare, a catturare per sempre. L’immagine per lui è unamadeleineche, assaggiata a distanza di molto tempo gli può consentire di rivivere la sensazione provata quando è entrato in empatia con il mondo.
Parlaci del tuo rapporto con il viaggio...
“Durante un viaggio ci sono situazioni che “vanno attese”. Ho sempre l’occhio vigile: a volte vedo la fotografia che realizzeròprimadi scattarla. Mi fermo, e quando l’immagine arriva davanti a me, perfetta, la faccio.
La fotografia mi aiuta sicuramente ad approfondire minuziosamente i preparativi di un viaggio e, una volta arrivato in loco, la ricerca di posti, popoli, tradizioni, situazioni. Ho sempre cercato e cerco tuttora di scrivere una storia attraverso le immagini cercando di far rivivere ad altri - al mio ritorno - le emozioni provate.
Mentre cammino, o sono in auto, mi capita di vedere “la foto da realizzare”; vado oltre, ma non smetto di pensarci. Poi, torno indietro e finalmente scatto. Per esempio, in Marocco, nell’ altopiano Medio Atlas, passando per la strada, ho visto una donna pastore, e ho rifatto la strada al contrario per circa8 km. Non potevo perdere quell’immagine, a nessun costo!(la foto è presente nella mostra “Personalmente”, in Biblioteca.)
- Da quanto fotografi?
“Da molto tempo; da due o tre anni in modo più significativo. La mia motivazione è cresciuta. In passato amavo la bicicletta; anche quella era una passione forte, che per alcuni motivi non posso più praticare in modo totalizzante. Allora, mentre pedalavo, fotografavomentalmentei paesaggi e ciò che incontravo. Spesso torno nei luoghi (tantissimi, quasi tutta l’Italia) percorsi in bicicletta per andare a scattare, oggi, delle foto.
Ti piace fotografare le persone?
“Con le persone non ho (ancora) la sfacciatagine che occorre avere per ritrarle. Lavoro più a mio agio durante i concerti jazz. Adoro la musica, e quando sono a un concerto posso fotografare le persone – in particolare I musicisti sul palco senza preoccuparmi di una loro reazione; loro non badano a me, non gli importa degli obiettivi.
Ami molto il viaggio. Che rapporto hai, invece, con le tue radici?
“Il mio legame con Anzola è fondamentale; questa città è tutto il mio mondo; appena posso desidero partire - ma voglio sempre tornare.
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