Martedì 19 febbraio MAKE NEWS vs FAKE NEWS
Come è cambiata l’informazione al tempo dei social
Martedì 26 febbraio HATER and FAKER
Perché la rete risveglia i nostri peggiori istinti
Martedì 5 marzo DEBUNKING and FACT CHECKING
Come riconoscere e difendersi dalle false informazioni
alle ore 20.30
sala polivalente della biblioteca
Piazza Giovanni XXIII, 2 Anzola dell'Emilia
"Fake News" – incontri sul debunking
Tre incontri con Michelangelo Coltelli, fondatore di Butac – Bufale un tanto al chilo - sito anti bufale sul mondo dell'informazione, che dialogherà con l'Assessore alla Cultura Danilo Zacchiroli.
La scelta delle virgolette su “fake news”, non è casuale e Coltelli ha spiegato perché: «Il termine è di per se sbagliato: in Italia lo traduciamo come notizie false, ma il concetto è più complesso. Si tratta più che altro di notizie travisate, misinformation, nate cioè da fatti reali e poi decontestualizzate, estremizzate, in buona o in cattiva fede. Il problema è che oggi si tende a bollare tutto come “falso”, dimenticando il fondo di verità che di fatto esiste nella notizia».
«Queste bufale vanno a toccare i sentimenti più intimi delle persone, agiscono su pregiudizi e stereotipi già esistenti nelle loro menti e li portano a indignarsi e a credere che quelle notizie siano vere. Ma se diffondere una “fake news” è assolutamente semplice e virale, le smentite e le correzioni non si diffondono altrettanto capillarmente e quelle persone rimangono convinte di ciò che hanno letto».
«Alcune bufale indignano facendo scattare l’impulso di condividerle con il resto del mondo. Sono costruite per spingere le persone a condividere senza riflettere – ha spiegato Coltelli –. A ciò si aggiunge il fenomeno delle echo chambers, le “bolle informative”: sui social si tende ad aggregarsi per interessi comuni, a cercare amici e conoscenti che condividono le nostre idee e i nostri valori, alimentando ulteriormente le nostre convinzioni. Si creano dei gruppi chiusi in cui continuano a circolare sempre le stesse informazioni e, si sa, una bugia ripetuta cento volte diventa una verità. Il problema oggi è proprio “bucare” queste bolle, entrare nei gruppi e cercare di combattere la cattiva informazione. Ma purtroppo in queste dinamiche, chi la pensa in maniera diversa dal resto del gruppo, viene isolato e cacciato. Sono aggregazioni che ricordano le sette».
Il sito BUTAC – Bufale un tanto al chilo nasce nel 2012, o meglio la sua prima apparizione è di fine 2012, quando Michelangelo Coltelli inizia sulla sua pagina facebook a fare demistificazione di bufale legate alla pediatria. Nel 2013 nasce prima la pagina facebook dedicata a quelle piccole demistificazioni, poi apre il blog.
Il primo indirizzo url era www.bufaleuntantoalchilo.blogspot.it ma già nel 2014 arrivava l’esigenza di passare ad un dominio più professionale. Ed è così che è nato BUTAC come lo conosciamo oggi.
In 5 anni siamo passati da zero follower sulle bacheche Facebook ad oltre 125mila. Il blog www.butac.it ha una media di 15mila lettori al giorno, stabile da un anno.
Nel corso degli anni BUTAC è stato presente come relatore in svariati convegni pubblici e privati, ricordiamo il Festival del Giornalismo organizzato dall’Università Normale di Pisa nel 2015, ma anche il festival di Antropologia dell’Università di Bologna, un bellissimo evento per gli studenti di medicina di Ferrara con la partecipazione del Prof.Roberto Burioni.
Fondatori nel 2016 insieme ad altre realtà online a TeamVaxItalia per una corretta informazione sulle vaccinazioni pediatriche.
Nel 2017 siamo stati relatori a Dogliani nell’ambito del Festival sui Nuovi Media, e a Trieste all’evento legato a #Parole Ostili.
Michelangelo Coltelli nel 2017 è stato chiamato dalla Presidente della Camera come consulente del progetto #BastaBufale, e sempre nello stesso anno è cominciata una collaborazione con FNOMCeO, per combattere le pseudoscienze.
Ad ottobre 2017, sul palco del teatro Bonci di Cesena siamo stati ospiti del CICAP per la consegna della Bufala d’oro 2017.
A dicembre siamo comparsi sulla stampa internazionale per un’inchiesta del Washington Post legata alle fake news italiane. Inchiesta che partiva da alcuni articoli da noi scritti a fine 2016.
Ad inizio 2018 la stampa estera ci ha cominciato a contattare come esperti italiani sul problema Fake News.
Nel 2018 siamo finiti in uno studio del Reuters Institute for Journalism dell’Università di Oxford dedito all’analisi della diffusione di fake news politiche in Italia e Francia.
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